Bathing Machines: le Tiny House da spiaggia

A partire dal 1850 iniziò a diffondersi quella che oggi potremmo definire cultura del turismo all’aria aperta. Questo probabilmente come risultato di una sempre più crescente industrializzazione e crescita del numero della popolazione urbana, la quale vede nella riscoperta della natura incontaminata un piacevole momento di svago. Siamo di fronte ad una vera e propria nascita di un nuovo modello di turismo, interessante terreno di sperimentazione per i “designer” dell’epoca.

Le “bathing machine” erano dispositivi mobili utilizzati come spogliatoi da spiaggia già a partire dai primi anni dell’800. La struttura era simile a quella di una piccola casa in legno, ma costruita su un telaio anch’esso ligneo e dotato di ruote. Le porte venivano spesso realizzate con tessuti traspiranti, proprio per garantire una buona ventilazione interna che permettesse di ridurre al massimo la temperatura all’interno.

Recarsi alla spiaggia con una “bathing machine” era considerato un vero e proprio rituale che entrò a far parte dell’etichetta della crescente società borghese. Soprattutto diventò necessaria per le donne, anche perché apparire in pubblico in costume da mare era ancora considerato poco rispettabile.

Oltre che ad una interessante pillola storica, questa immagine risulta oggi una vera e propria provocazione. A causa dell’emergenza sanitaria legata alla diffusione del covid-19 dovremo necessariamente ripensare le modalità di fruizione delle nostre spiagge e in generale delle più affollate mete turistiche della stagione estiva. Si va verso un modello transitorio, o forse no, di turismo individuale fatto di itinerari personalizzati, scoperte di prossimità ed esperienze più vicine alla propria sfera domestica. Per questo ci lasceremo affascinare da quelle soluzioni “off-grid”, come una tiny house, ovvero una piccola casa su ruote, che ci permettono di farci sentire in vacanza anche quando siamo a pochi metri da casa.